A più di trent’anni dall’approvazione della legge Rognoni – La Torre, che introdusse il reato di associazione di tipo mafioso e la possibilità di sequestrare e confiscare i beni di cui non sia stata dimostrata la legittima provenienza, si registra un nuovo fallimento nella gestione e nel riutilizzo dei beni immobili e delle aziende confiscati. Sinora il messaggio che è passato è che quando interviene lo Stato per sottrarre un’azienda o un bene al mondo dell’illegalità e portarlo in quello della legalità, questo si traduce nel gran parte dei casi in uno stallo burocratico e in un fallimento.
La notizia è tornata di recente alla ribalta quando il protagonista ha raccontato la sua storia in un libro. La cosa ha un sapore d’altri tempi. L’ultimo caso nella storia nazionale ha riguardato la famiglia reale di casa Savoia: i maschi nella linea di successione - morto Umberto II, erano rimasti il figlio Vittorio Emanuele e il nipote Emanuele Filiberto, poi neanche loro (con conseguente carriera televisiva dell’ultimo rampollo).
Nel 1991 fu approvato il decreto-legge che consente al governo di sciogliere i consigli comunali e provinciali infiltrati dalla criminalità organizzata di tipo mafioso e di commissariarli per un periodo estendibile sino a due anni. Questo potere viene attivato su iniziativa dei prefetti sulla base, non di sentenze, ma di indizi senza prove, prescindendo dal principio della responsabilità personale. Prassi analoghe si diffondono anche in altri settori, ad esempio in materia di inquinamento industriale. Ma c’è più di un dubbio sulla loro costituzionalità.
Le armi biologiche, come e forse più delle armi chimiche, sono note fin da tempi molto antichi. Nonostante ciò, non sono mai state usate in combattimento. Questa situazione sembra dovuta a problemi di parziale efficacia, difficoltà tecniche, percezione e opportunismo. In questo campo, la tecnologia classica è ormai quasi obsoleta e accessibile praticamente a tutti gli stati ed entità di fatto sovrane; ma le tecnologie di diffusione degli organismi e la loro manipolazione genetica non sono affatto semplici. Allo stato attuale, la funzione delle armi biologiche sembra essere la deterrenza e gli effetti psicologici del loro uso.
Epidemie e pandemie sono spesso trattate come una classe di disastri naturali. In effetti, il rischio dovuto alla diffusione di malattie infettive è simile agli altri tipi di rischio salvo che l’agente che lo causa è un agente biologico. Ma è altresì vero che esistono a questo proposito due differenze: la tempistica con cui l’infezione si verifica e l'effetto che l’uomo può avere sulla popolazione dell’agente infettivo. Epidemie e pandemie fanno parte del complesso dei fenomeni che determinano lo stato di salute di una popolazione umana e in particolare parametri come la durata della vita. In questo, la situazione italiana appare una delle migliori a livello comparativo internazionale per una serie di meccanismi che interagiscono fra di loro.
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