Tags: Energia, Europa, Fonti fossili

LE CAVE DI LIGNITE IN GERMANIA

Il Grande Buco

di: Leonello Serva
Giganteschi sistemi di pompaggio dell’acqua di falda, più di 400 milioni di metri cubi di materiali spostati ogni anno, villaggi distrutti: la politica energetica tedesca è così verde come si dice?


Recentemente sono stato in Germania per un convegno sulla paleosismologia (la scienza che studia le tracce lasciate nel terreno dai terremoti passati) ed un’escursione ha riguardato tali evidenze (nel caso in esame, la fagliazione superficiale di cui ho parlato in un precedente articolo) in sedimenti terziari e quaternaridi di origine continentale ubicati tra le città di Aachen (Aquisgrana), Colonia e Dusseldorf. Forse non tutti sanno che queste città sono ubicate lungo il cosiddetto graben del fiume Reno (Fig. 1), che è una struttura sismogenetica che può dare terremoti di magnitudo intorno a 6-6,5 (più o meno come il terremoto aquilano del 2009). 

Fig. 1. Profilo geologico dei depositi continentali. Lo strato di lignite, spesso anche intorno ai 100 metri(in nero nel profilo), è posto per cause tettoniche (le faglie che formano il graben) a profondità variabili nelle varie aree e arriva sino a profondità superiori a 500 metri dal piano campagna. E’ evidente la grandissima quantità di sedimenti (argille, sabbie e conglomerati) ubicati sopra lo strato di lignitee da scavare e ricollocare in altre zone per poter estrarla. Da:http://www.mining-technology.com/projects/rhineland/

Quello che però mi ha colpito di questa escursione non sono state le evidenze di paleosismicità (ne ho viste molte nella mia vita professionale e queste non sono delle più belle) ma la vastità di questa cava (miniera di Inden) a cielo aperto, che poi ho scoperto essere molto più piccola di quelle situate a pochi chilometri di distanza (miniere di Hambach, famose anche come “il più grande buco europeo”,e Garzweiler).

Nelle prossime tre figure sono mostrate  panoramiche di queste tre cave.

Fig. 2. Panoramica, presa dal luogo denominato panorama point, della miniera di Inden (foto di Anna Maria Blumetti).

Fig.3. Panoramica della miniera di Hambach. Sullo sfondo le centrali termiche che utilizzano la lignite estratta. Da http://www.mining-technology.com/projects/rhineland/

Fig.4. Panoramica della miniera di Garzweiler. Sullo sfondo le centrali termicheche utilizzano la lignite estratta. Da http://www.mining-technology.com/projects/rhineland/

Dai dati, facilmente ricavabili via web, si evince che la produzione annuale di lignite, nel distretto denominato Rheinbraun, è di 100 milioni di tonnellate e, per tale produzione, vengono rimossi e spostati annualmente circa 450 milioni di metri cubi di argille, sabbie e conglomerati sovrastanti lo strato di lignite (nell’area infatti si individuano facilmente significative colline artificiali).

Fig.5. Veduta di una delle 5 centrali, ubicata a ridosso della miniera di Inden. Foto di Eutizio Vittori

Queste miniere alimentano 5 centrali termiche gestite da RWE Energie AG, che in totale forniscono 10.289 MW (Fig.5). E’ da rimarcare che più del 95% della produzione di lignite tedesca è utilizzata per la produzione di energia elettrica, solo meno del 5% è infatti utilizzato per altri scopi.

Come detto sopra, lo strato di lignite si trova a varie profondità nelle tre miniere e per estrarlo occorre quindi abbassare la falda acquifera (in termini tecnici tale operazione è chiamata dewatering). In tutta l’area, sono quindi in azione giganteschi e sofisticati sistemi di pompaggio in grado di estrarreannualmente enormi quantità di acqua di falda senza compromettere, stando ai dati ufficiali, il fabbisogno idrico delle comunità ubicate nelle vicinanze delle cave.

Così come descritti, ad un lettore possono sembrare dati un po’ freddi ma, se confrontiamo le superfici utilizzate,credo che risulti chiara la situazione esistente. A tale scopo, in Fig. 6 sono state messe a confronto solo le  superfici di scavo delle tre miniere con quelle  di Roma e Milano.

Fig. 6. Immagini riprese da Google maps alla stessa scala. Le tre miniere sono al centro. Inden la più piccola, Hambach la più grande e Garzweiler la più in alto. A destra in alto il comune di Milano ed  a destra l’estensione di Roma all’interno del Grande Raccordo Anulare (GRA).

La Figura 6 ci dice che l’area oggetto di scavo ( da assommare poi a quella utilizzata per lo stoccaggio dei sedimenti che ricoprono lo strato di lignite) è più grande di quella del comune di Milano e grande come l’area di  Roma all’interno del GRA. A questo si deve aggiungere che l’attività estrattiva ha comportato la distruzione di villaggi e la loro ricollocazione in altre aree; dal 1948 sono state spostate circa 30.000 persone.

A questo punto credo che sia opportuno porgersi due domande che dovrebbero farci riflettere tutti:

  • E’ corretto affermare che la politica energetica tedesca è verde, come credono in molti?
  • Si sarebbe potuto fare in Italia una cosa simile?

Per chi ne volesse sapere di più:

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