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GESTIONE DEI RIFIUTI IN PUGLIA
La Scossa di Emiliano
- di: Monica Tommasi e Rosa Filippini
- Il Governo non ne sembra ancora consapevole ma, alla consueta emergenza rifiuti estiva delle Regioni del centro e del Sud, si sta affiancando un’emergenza incendi dei depositi di rifiuti al Nord. In controtendenza, arriva almeno un segnale positivo dalla Puglia, dove il Presidente Emiliano presenta il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti che, per evitare l’apertura di nuove discariche, prevede di recuperare, oltre alla materia, anche l’energia contenuta nella frazione indifferenziata.
Noi degli Amici della Terra, prendendo spunto dall’incendio di un impianto di stoccaggio di rifiuti plastici a Pomezia, lo avevamo già detto l’anno scorso che simili incidenti derivano dalla crisi strutturale delle gestioni dei rifiuti, dalla carenza di impianti di riciclo e, almeno nelle regioni del sud, dall’assenza di termovalorizzatori. Qualche mese dopo, Giovanni Barca, sempre sulle pagine dell’Astrolabio, commentando la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, confermava l’analisi che imputava la responsabilità primaria degli incendi alle carenze strutturali di impianti e, nella contingenza, al fatto che la Cina avesse cessato di importare rifiuti di plastica dall’Italia.
La Commissione aveva registrato 71 incendi di stoccaggi di rifiuti nel 2015, 65 nel 2016 e 72 per i soli primi 8 mesi del 2017. Un collaboratore del sito the Submarine, Tommaso Sansone, ha raccolto, monitorando la stampa locale, i dati in crescendo degli incendi nei depositi nei primi 4 mesi del 2018: a gennaio ne sono avvenuti 18, a febbraio, 24, a marzo 37, ad aprile 87 e, a maggio, 103. Gli incendi non risparmiano nemmeno le regioni virtuose del Nord perchè le attività di stoccaggio dei rifiuti, in particolare di rifiuti speciali da avviare al riciclaggio che non sono soggetti al vincolo di prossimità, sono coinvolte in una emergenza che si manifesta, infine, nelle aree industrializzate del paese.
L’emergenza incendi di rifiuti si somma dunque alla endemica emergenza estiva delle città e dei luoghi di vacanza del sud che, ormai, non fa nemmeno notizia.
Non fa più notizia nemmeno la sindaca Raggi che dopo due anni dall’elezione ancora non si capacita di come la Regione Lazio non risolva prontamente il problema dei rifiuti prodotti nella Capitale e, in un monologo su face book, afferma : “Se il Lazio non ha impianti a sufficienza, faccia ciò che fanno tutte le Regioni d’Italia, ossia chiedere alle Regioni limitrofe di poter portare i rifiuti da loro per lo smaltimento …. Mi sembra una questione piccola e squallida …”. Qualcuno le spieghi che la questione dell’assenza di gestione dei rifiuti a Roma è certamente squallida ma non proprio piccola, tale da essere risolta con qualche piccolo trasferimento altrove.
Una notizia positiva invece c’è e viene dalla Puglia. Il Governatore Emiliano ha predisposto l’aggiornamento del Piano dei rifiuti regionale e, per la prima volta, ha riconosciuto la necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti nella regione con impianti di recupero energetico per le frazioni non recuperabili come materia ma che hanno un significativo contenuto di energia e che altrimenti sarebbero destinate a discarica, la forma di smaltimento più dannosa per l’ambiente. La proposta di Piano è stata presentata alle parti sociali e agli stakeholders, a Bari nell’ultima settimana di giugno, dallo staff della Giunta regionale fra cui Titti De Simone, consulente di Emiliano, e Caterina Dibitonto, dirigente del Dipartimento Mobilità, Qualità urbana, Opere pubbliche, Ecologia e Paesaggio.
E’ scontato che questa posizione coraggiosa sia difficile da affermare e che dovrà affrontare dure contestazioni. Per questo motivo sarà importante mantenere un buon livello di informazione e comunicazione con il pubblico a cominciare dai dati sui flussi dei rifiuti prodotti in Puglia e dalle loro attuali destinazioni. Chi si oppone sarà così costretto a uscire dall’agitazione allarmistica e a misurarsi con soluzioni reali.
Per parte nostra, abbiamo deciso di collaborare per quanto possibile, partecipando ai confronti pubblici ed analizzando i dati. E’ questo il diagramma che , secondo noi, in base ai dati ISPRA (che si discostano leggermente da quelli utilizzati dal Documento di Piano), illustra i flussi dei rifiuti pugliesi:
In particolare, va evidenziato un problema di tempi di realizzazione delle diverse soluzioni che richiedono nuovi impianti. Infatti, dall’analisi dei dati e dei flussi, emerge che le capacità residue delle discariche pugliesi sono, al 2016, di 2,8 milioni di tonnellate. Con i conferimenti di rifiuti attuali di oltre un milione di tonnellate all’anno, è chiaro che già a fine 2018, ci sarà un problema serio di collocazione dei rifiuti.
Il piano sarà sottoposto al Consiglio a fine luglio e, entro l’estate, sarà sottoposto alla procedura di VAS.