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L’ITALIA ALLA CORTE UE PER I RIFIUTI DI NAPOLI

La mondezza di Pulcinella

di: S. A.


Per la seconda volta, la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia per il mancato adeguamento alle norme europee nella gestione dei rifiuti in Campania. L’ammontare delle sanzioni si basa sul numero di giorni intercorsi fra la prima condanna, nel marzo 2010, e il nuovo deferimento, con una sanzione forfettaria giornaliera massima di 21.067 Euro, pari a circa 25 milioni di Euro.

Vi sono inoltre 256.818 Euro al giorno di mora, anche se per questa cifra è previsto uno sconto nel caso si verifichino progressi in tempi rapidi. Il problema diventa quindi da ambientale e sanitario anche economico e di bilancio, di rilevante interesse per le finanze dello stato e le tasche dei contribuenti.

Il nuovo ministro dell’ambiente, Andrea Orlando, ha cercato di commentare il deferimento in maniera da non scontentare la Commissione, dichiarando dapprima che è necessario” rafforzare la raccolta differenziata e accelerare sulla realizzazione dei siti di trattamento”. Si è poi incontrato il 20 giugno con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e insieme hanno dichiarato: “Stiamo valutando le possibili soluzioni per la chiusura del ciclo dei rifiuti”. La frase è sibillina, perché anche sulla chiusura del ciclo la UE attende parole chiare, con particolare riferimento agli impianti di termocombustione.

Il ministro ha cercato di cavarsela abilmente con uno slalom: “Non ho mai previsto la realizzazione di termovalorizzatori, non è mia competenza ma è il piano regionale che lo prevede … non sono rimasti (al palo) solo gli impianti di termocombustione ma anche quelli di compostaggio e le piattaforme per la differenziata”. Avendo chiarito che non era decisione sua, ha poi accennato ad un nuovo inceneritore a Napoli e uno a Salerno, manifestando anche l’intenzione di mandare a Napoli un commissario per avviare la realizzazione dell’inceneritore di Napoli Est. Aggiunge il ministro: “La strada della concertazione e del dialogo resta la via maestra da seguire”, ma ribadisce che l’Italia non intende subire le sanzioni.

Ma il sindaco non c’è stato: “No, il termovalorizzatore … non lo vogliamo, questa posizione è stato il pilastro della campagna elettorale, non si torna indietro! Non ci faremo commissariare … Finchè sarò sindaco di Napoli non si faranno discariche e inceneritori … siamo disponibili per altri tipi di impianto … (ma) non è una polemica (nei confronti del ministro) … tutte le istituzioni stanno lavorando per fare di Napoli e della Campania un luogo virtuoso sul fronte del ciclo dei rifiuti … vogliamo vincere la sfida dell’impiantistica alternativa …”.

Il sindaco è sostenuto da molti attivisti dei circoli sociali e dei comitati: “Dichiariamo guerra alle lobby degli inceneritori: venissero anche a Napoli, li aspettiamo per ribadire il no dei cittadini”. Ma da Salerno è arrivata la critica alla “virtuosità”di Napoli, con la dichiarazione dell’on. Valiante, responsabile ambiente del PD locale: “L’amministrazione di Napoli è obbligata a dare segnali urgenti di concretezza e responsabilità”.

E’ da tener presente che le multe europee potrebbero ammontare a centinaia di migliaia o anche milioni di Euro o più per le infrazioni delle regioni italiane (in 14 regioni su 20) dovute alla mancata applicazione delle direttive in materia di rifiuti (1999/31/CE). Ben 102 discariche risultano ancora aperte o inadeguate, senza essere state messae posto o chiuse come stabilito dalle norme europee entro le scadenze previste. Secondo il ministro, l'attuale situazione è dovuta alle carenze della raccolta differenziata e  di impianti per il recupero di energia.

Questo è vero, ma è solo una risposta parziale: è necessario un approccio che utilizzi opportunamente tutte le tecnologie e le migliori pratiche di trattamento disponibili, in modo coerente e integrato a livello nazionale, richiamando le regioni e i comuni a fare la loro parte.

Infine, tornando ai problemi di Napoli e della Campania, vale la pena notare che l’inceneritore di Acerra continua a mostrare un funzionamento adeguato.

Non è chiaro peraltro cosa intenda il sindaco de Magistris per impiantistica alternativa: a meno che non si riferisca ai camion, treni o navi per trasportare i rifiuti all’estero. Come abbiamo visto dal recente intervento di Charles Berkow pubblicato su “l’Astrolabio”, c’è un estero dove gli inceneritori funzionano perfettamente, producendo elettricità o calore, in buon accordo con gli ambientalisti; ma dove cominciano ad aver problemi a ricevere e accettare i rifiuti di Napoli. Se così fosse, anche la soluzione alternativa dell’invio all’estero diverrebbe l’ennesimo scherzo di Pulcinella che, com’è noto, è originario di Acerra.

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